GERMOGLI #7

Tempo di
omaggi

Lo senti il freddo?

Noi sì!

Infatti stiamo assemblando il nuovo menu invernale! Come ogni volta, ci ritroviamo a confrontarci con noi stessi, con il nostro lavoro, e ci chiediamo cosa vogliamo offrirti. La risposta è: un concetto di alimentazione alternativa, fatta di storia, gusto e salubrità. Abbiamo la responsabilità di tramandare alle generazioni future la grande cucina italiana e la meravigliosa varietà di materie prime che la nostra terra può donarci. Questo periodo dell’anno gioca a nostro favore, perché ci parla di festività e tradizioni. Ed è proprio da qui che vogliamo partire. I piatti di una volta. Le commistioni. Quello che ci appassiona cucinare. Per trasmettere anche a te la stessa passione.

Il ripieno di Natale

Metti il nostro amore per il carrello dei bolliti, il brodo come alleato di cottura, e l’idea decisamente medievale di valorizzare pasta e carne attraverso il ripieno. Il risultato? Un menu natalizio sfarzoso che strizza l’occhio ai ricchi banchetti di un tempo. L’abitudine di riempire le carni col ripieno è in realtà ancora precedente. Nell’Antica Roma si preparava il porcus troianus, ovvero maiale imbottito di salsicce, come richiamo al cavallo di Troia. L’usanza di presentare piatti grandiosi per stupire i commensali continuò soprattutto nel Basso Medioevo, con tripudi di animali arrostiti e ripieni, fino al culmine raggiunto dalla cucina francese del Seicento e del Settecento.
Da parte nostra, a Natale, abbiamo deciso di stuzzicarti così. La galantina, che nasce come secondo a base di carni bianche farcite, è il nostro antipasto. I classici tortellini bolognesi, il nostro primo. E per secondo, proponiamo un piatto molto caro a Fabio: la tasca di vitello bollita ripiena di verde – un misto di spinaci, erbe aromatiche, carne e uovo – servita a fette con le patate arrosto.

Il nostro omaggio
a Cesare Giaccone

Il 6 dicembre è stato un giorno speciale: abbiamo dedicato una cena a Cesare Giaccone. L’idea è nata da una chiacchierata con uno storico ristoratore pisano, Carlo Silvestrini, soprannominato “il Maestro” proprio perché ha insegnato i segreti del mestiere a molti ristoratori di Pisa. Alla domanda: “Carlo, ma chi è stato il tuo maestro?”, le risposta è stata chiara e decisa: “Cesare”. Così abbiamo iniziato a indagare, e abbiamo scoperto numerose affinità tra questo cuoco originario delle Langhe e la nostra idea di cucina. Già negli anni ‘60 e ‘70, Cesare Giaccone faceva una cucina d’avanguardia basata sulla centralità delle materie prime, la collaborazione con realtà di zona o eticamente virtuose, la cottura alla brace, l’uso di pochi ingredienti e l’intuito che guida la scelta a seconda delle stagioni. Un vero fuoriclasse, precursore dei tempi.
Durante la serata abbiamo ripercorso alcuni piatti iconici della sua storia, dalla polenta con uovo e porri con fonduta di parmigiano e tartufo bianco, alla torta di nocciole e zabaione. Una cucina fatta di cotture millimetriche e di incredibile grazia ed equilibrio. Una serata memorabile, che ha visto partecipe – ed entusiasta – anche sua figlia Elisa. Il ricavato della cena è stato devoluto ad Azione contro la Fame.

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